Con la sentenza 13145/2016, la Corte di Cassazione ha stabilito che il Fisco avrà diritto di entrare in casa del contribuente, che sia privato o impresa, per fare la valutazione dell’immobile: i rappresentanti dell’ente controlleranno se si stratta di un alloggio di lusso o no, nel caso ci siano gravi indizi che suggeriscano una violazione della norma fiscale. In ogni caso, i funzionari dell’Agenzia delle Entrate potranno accedere all’immobile previa autorizzazione della Procura della Repubblica.
Il caso scatenante
La vicenda che ha portato alla legittimità di questa procedura riguarda un contribuente che, durante la compravendita, ha dichiarato cantina e soffitta una taverna e una mansarda, per accedere alle benefici fiscali sulla prima casa. Quando è stato scoperto che non si trattava di cantina e soffitta ma, appunto, di taverna e mansarda, i controlli hanno portato alla reale determinazione dei metri quadri dell’immobile, stimati in 240: troppi per avere diritto alle agevolazioni fiscali. Di qui, l’intervento dei dipendenti dell’Agenzia, che sono entrati nell’immobile e hanno appurato il reale stato dell’interno.
I controlli a tavolino
La valutazione immobili parte dall’incrocio che il Fisco fa fra il valore dell’immobile dichiarato durante la compravendita e le quotazioni dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare. A questo confronto si aggiungono, poi, i sopralluoghi dell’Agenzia delle Entrate, che esamina anche le condizioni esterne dell’edificio. Eppure, anche la verifica esterna potrebbe non essere sufficiente, perché potrebbe darsi il caso di un appartamento sito in un edificio signorile, ma in cattive condizioni interne.
Numeri
È bene tenere presente che le agevolazioni fiscali sulla prima casa non valgono per gli immobili di lusso non valgono, quindi l’IVA sarà applicata al 20% invece che al 4%; l’imposta di registro sarà del 9% invece che del 2% e, infine, agli importi ripresi a tassazione saranno applicati interessi e sanzioni.