Varata la riforma delle Camere di Commercio italiane
Scajola: “Un intervento per rendere più competitivo il Sistema Italia
attraverso il rafforzamento della capacità di azione degli Enti Camerali”
Roma, 10 feb. ’10 – A 16 anni dal precedente riordino, la riforma delle
Camere di Commercio ha avuto il suo definitivo via libera dal Governo. ll
Consiglio dei ministri, su proposta di Claudio Scajola, Ministro dello Sviluppo
Economico, ha infatti approvato un decreto legislativo di riforma della
disciplina delle Camere di Commercio, dando così attuazione alla delega
contenuta nella Legge Sviluppo.
“Con questa riforma”, ha detto il Ministro Scajola, “si introduce un significativo
rafforzamento della capacità di azione delle Camere di Commercio
soprattutto per la promozione per lo sviluppo delle autonomie locali, utile non
solo in questa fase di ripresa economica ma, soprattutto, come elemento
funzionale a rendere più competitivo il Sistema Italia“.
Dopo un positivo confronto con le Regioni, cambia così la disciplina delle 105
Camere di Commercio italiane, che rappresentano oltre 6 milioni di imprese e
gestiscono quote significative di molte infrastrutture del Paese (aeroporti,
autostrade, fiere, ecc.).
Queste le novità di maggior rilievo:
· ORGANI – Viene inserita la rappresentanza dei professionisti nei Consigli
camerali e vengono semplificate le modalità di composizione degli organi.
– COMPITI – Si rafforzano le competenze delle Camere su tre linee di
lavoro: internazionalizzazione e promozione all’estero delle nostre
aziende, in raccordo con le strategie del Governo; semplificazione per le
attività delle imprese attraverso la telematica; promozione
dell’innovazione e del trasferimento tecnologico.
· EFFICIENZA E RIDUZIONE DEI COSTI – Si introduce il “Patto di Stabilità”
per il sistema camerale; si prevede che le Camere più piccole debbano
accorpare i loro servizi; non si possono istituire nuove Camere di
commercio se non in presenza di un numero minimo di aziende (40.000).
· FEDERALISMO – Vengono potenziate le Unioni regionali delle Camere di
commercio e valorizzato il raccordo con le Regioni anche attraverso lo
strumento degli accordi di programma. –